domenica 11 agosto 2013

Long Journey

Dopo aver dormito con le secchiate d’acqua che cadono sul camper, ci svegliamo sul presto e prima di rischiare di rimanere senza piazzola per la sera, decidiamo di pianificare la prossima tappa. Scegliamo di allungare un po’ ma di passare per Kelowna, e dapprima volevamo fermarci in zona, poi guardando un po’ di cartine scelgo di proseguire fino ai limiti dei parchi, quasi fino a Revelstoke. Guardiamo la nostra guida di camping e tra i vari camping della città scegliamo quello dell’Arca di Noè! Sia per i servizi che per il toll-free. Chiamo per prenotare e richiedo una piazzola con acqua e corrente, lo scarico non dovrebbe servirci.
Sistemiamo il tutto per la partenza, chiediamo delle dritte per dove fare la spesa e ci dirigiamo verso Merritt, dove giungiamo in un’ora e mezza abbondante, la velocità di crociera del mezzo è bassa, soprattutto in salita. Per arrivare alla prima tappa affrontiamo il nostro primo passo, e mi accorgo delle limitazioni del mezzo ed inizio a farmi domande sul fatto di averlo preso per la traversata. È davvero comodo, ma è davvero duro da spostare!
Arriviamo a Merritt facciamo sosta in due supermercati: WalMart e Superstore. Qui troviamo un po’ di prodotti a cifre più umane ed anche l’acqua con le bolle, una cosa difficilissima da trovare qui! Perdiamo un po’ di tempo tra i due supermercati ed alla fine partiamo che è ora di pranzo. Puntiamo verso Kelowna, e dobbiamo affrontare il nostro secondo passo, ogni tanto stacco l’aria per non affaticare troppo il motore, ma mi pare di avere un caldo assurdo, fuori l’aria non è poi così calda. Penso che magari è la tensione del guidare il bestione che mi fa questo effetto… Poco dopo il secondo passo ci accorgiamo di un suono fastidioso, sentendolo poi che si ripete ad intervalli regolari ci viene il dubbio che provenga dal mezzo. Il rumore pare venire dal rilevatore di fumo! Un po’ preoccupati accostiamo quanto prima e verifichiamo: viene da quell’aggeggio infernale! Dopo vari tentativi veniamo a capo del problema, è il dispositivo che ha dato fuori di matto, togliamo la batteria e lo resettiamo, e da allora non ci creerà più problemi. Ci va a anche bene che nel mentre ci troviamo in un acquazzone e non devo guidare in quelle condizioni, il tutto dura 5 minuti al massimo.
Arrivati quasi a Kelowna ci fermiamo in un’area di sosta con ufficio turistico. Qui ci rendiamo conto dell’origine del calore che sentivo: il motore è sotto di noi ed è bello caldo, se ne accorge valeria prendendo alcune cose nello scendere. Controllo subito le temperature ma sono addirittura sotto la metà, avendo un 7 litri mi sa che butta fuori parecchio calore. Chiediamo come fare per raggiungere la città e vedere l’Ogopogo, che non è altro che il cugino Canadese di Nessie. Faccio presente che guidiamo un mezzo di 26 piedi, ma ci sanno indicare dove provare a parcheggiare, o almeno provare. Imposto il navigatore e partiamo, riusciamo ad arrivare in zona senza problemi, sono un po’ teso dal guidare il mezzo in una città, e soprattutto di doverlo parcheggiare. Provo a parcheggiare di fronte ad un supermercato ma trovo cartelli che mi proibiscono la cosa, allora con un po’ di difficoltà giro il mezzo e parcheggio a due passi da li, cercando di far stare il camper negli spazi previsti per le macchine, ed incredibilmente riesco quasi a farcelo stare. Sporge un poco di lato, e di lunghezza nemmeno molto, prendendo il primo parcheggio c’è parecchio margine. Fortuna vuole che oggi non si paga nemmeno il parcheggio e si ferma pure un signore a confermarcelo! A questo punto giriamo per un paio d’ore almeno per la cittadina, che è abbastanza carina a parte un pazzo ubriaco che insulta i turisti nel parco. Facciamo qualche foto a cavallo dell’Ogopogo (la statua, non quello vero), due passi sul lungolago, una limonata fresca ed il tempo vola. Dobbiamo arrivare prima che faccia buio, non voglio guidare e parcheggiare senza luce.
L’ultimo pezzo di strada è abbastanza tranquillo e troviamo il posto grazie al navigatore, non è che ci siamo troppe indicazioni per l’Arca! La proprietaria che ci accoglie alla reception è una signora a dir poco piacevole e disponibile, rimaniamo a chiacchierare un po’ con lei su varie cose come l’Italia che ha visitato in passato, sul fatto che siamo i primi italiani che vede nel suo campground, sulle varie regole del posto e via discorrendo.

Raggiungo la mia piazzola poco prima che sparisca il sole, non è facile parcheggiare il bestione con la visibilità limitata e senza molti punti di riferimento, devo scendere qualche volta a verificare le posizioni ed alla fine ci fermiamo. Al solito attacchiamo tutto, e scopro anche che ci hanno dato un posto con anche lo scarico! Meglio! Doccina e poi delle buone trofie al pesto! Mi sa che nessuno le ha mai mangiate in quel campeggio!
Guarda le foto.

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