Dopo aver dormito con le secchiate d’acqua che cadono sul
camper, ci svegliamo sul presto e prima di rischiare di rimanere senza piazzola
per la sera, decidiamo di pianificare la prossima tappa. Scegliamo di allungare
un po’ ma di passare per Kelowna, e dapprima volevamo fermarci in zona, poi
guardando un po’ di cartine scelgo di proseguire fino ai limiti dei parchi,
quasi fino a Revelstoke. Guardiamo la nostra guida di camping e tra i vari
camping della città scegliamo quello dell’Arca di Noè! Sia per i servizi che per
il toll-free. Chiamo per prenotare e richiedo una piazzola con acqua e
corrente, lo scarico non dovrebbe servirci.
Sistemiamo il tutto per la partenza, chiediamo delle dritte
per dove fare la spesa e ci dirigiamo verso Merritt, dove giungiamo in un’ora e
mezza abbondante, la velocità di crociera del mezzo è bassa, soprattutto in
salita. Per arrivare alla prima tappa affrontiamo il nostro primo passo, e mi
accorgo delle limitazioni del mezzo ed inizio a farmi domande sul fatto di
averlo preso per la traversata. È davvero comodo, ma è davvero duro da spostare!
Arriviamo a Merritt facciamo sosta in due supermercati:
WalMart e Superstore. Qui troviamo un po’ di prodotti a cifre più umane ed
anche l’acqua con le bolle, una cosa difficilissima da trovare qui! Perdiamo un
po’ di tempo tra i due supermercati ed alla fine partiamo che è ora di pranzo.
Puntiamo verso Kelowna, e dobbiamo affrontare il nostro secondo passo, ogni
tanto stacco l’aria per non affaticare troppo il motore, ma mi pare di avere un
caldo assurdo, fuori l’aria non è poi così calda. Penso che magari è la
tensione del guidare il bestione che mi fa questo effetto… Poco dopo il secondo
passo ci accorgiamo di un suono fastidioso, sentendolo poi che si ripete ad
intervalli regolari ci viene il dubbio che provenga dal mezzo. Il rumore pare
venire dal rilevatore di fumo! Un po’ preoccupati accostiamo quanto prima e
verifichiamo: viene da quell’aggeggio infernale! Dopo vari tentativi veniamo a
capo del problema, è il dispositivo che ha dato fuori di matto, togliamo la
batteria e lo resettiamo, e da allora non ci creerà più problemi. Ci va a anche
bene che nel mentre ci troviamo in un acquazzone e non devo guidare in quelle
condizioni, il tutto dura 5 minuti al massimo.
Arrivati quasi a Kelowna ci fermiamo in un’area di sosta con
ufficio turistico. Qui ci rendiamo conto dell’origine del calore che sentivo:
il motore è sotto di noi ed è bello caldo, se ne accorge valeria prendendo
alcune cose nello scendere. Controllo subito le temperature ma sono addirittura
sotto la metà, avendo un 7 litri mi sa che butta fuori parecchio calore.
Chiediamo come fare per raggiungere la città e vedere l’Ogopogo, che non è
altro che il cugino Canadese di Nessie. Faccio presente che guidiamo un mezzo
di 26 piedi, ma ci sanno indicare dove provare a parcheggiare, o almeno
provare. Imposto il navigatore e partiamo, riusciamo ad arrivare in zona senza
problemi, sono un po’ teso dal guidare il mezzo in una città, e soprattutto di
doverlo parcheggiare. Provo a parcheggiare di fronte ad un supermercato ma
trovo cartelli che mi proibiscono la cosa, allora con un po’ di difficoltà giro
il mezzo e parcheggio a due passi da li, cercando di far stare il camper negli
spazi previsti per le macchine, ed incredibilmente riesco quasi a farcelo stare.
Sporge un poco di lato, e di lunghezza nemmeno molto, prendendo il primo
parcheggio c’è parecchio margine. Fortuna vuole che oggi non si paga nemmeno il
parcheggio e si ferma pure un signore a confermarcelo! A questo punto giriamo
per un paio d’ore almeno per la cittadina, che è abbastanza carina a parte un
pazzo ubriaco che insulta i turisti nel parco. Facciamo qualche foto a cavallo
dell’Ogopogo (la statua, non quello vero), due passi sul lungolago, una
limonata fresca ed il tempo vola. Dobbiamo arrivare prima che faccia buio, non
voglio guidare e parcheggiare senza luce.
L’ultimo pezzo di strada è abbastanza tranquillo e troviamo
il posto grazie al navigatore, non è che ci siamo troppe indicazioni per l’Arca!
La proprietaria che ci accoglie alla reception è una signora a dir poco
piacevole e disponibile, rimaniamo a chiacchierare un po’ con lei su varie cose
come l’Italia che ha visitato in passato, sul fatto che siamo i primi italiani
che vede nel suo campground, sulle varie regole del posto e via discorrendo.
Raggiungo la mia piazzola poco prima che sparisca il sole,
non è facile parcheggiare il bestione con la visibilità limitata e senza molti
punti di riferimento, devo scendere qualche volta a verificare le posizioni ed
alla fine ci fermiamo. Al solito attacchiamo tutto, e scopro anche che ci hanno
dato un posto con anche lo scarico! Meglio! Doccina e poi delle buone trofie al
pesto! Mi sa che nessuno le ha mai mangiate in quel campeggio!
Guarda le foto.
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